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01/10/2011  - IL TRIBUNALE DI TIVOLI LA SUA NASCITA E LA SUA EVOLUZIONE.
L’istituzione del Tribunale di Tivoli effettuata con D.M. n. 491/1999 – che previde anche l’ampliamento del territorio del Tribunale di Velletri (con l’annessione di Pomezia, Ardea e dell’intero ex mandamento di Frascati) ed il trasferimento al nascendo Tribunale di Tivoli delle sezioni di Castelnuovo di Porto e Palestrina – fu sicuramente un’ottima intuizione per decongestionare il Tribunale di Roma a beneficio di circa 1.000.000 di utenti.
Occorreva tuttavia che i Tribunali, nuovi e non, onerati dell’ulteriore aggravio di lavoro fossero dotati di un maggior numero di personale di cancelleria, nonché di strutture edilizie e tecnologiche capaci di rispondere alla crescente domanda di giustizia.
E’ questa la ragione per cui gli obiettivi di partenza sono stati pesantemente influenzati dalla inadeguatezza delle risorse, umane e materiali, rispetto alle reali necessità di questo Tribunale ed alla mole di lavoro che lo ha investito.
L’apprezzamento di tale mole di lavoro è stato probabilmente sottovalutato, con la convinzione che il nuovo Tribunale iniziasse a costo zero per la ritenuta assenza di un carico iniziale di lavoro e per la non giustificata affermazione che il carico si sarebbe gradualmente formato in tempi lunghi, tanto lunghi da consentire l’assegnazione di meno della metà dei giudici (9 su 20 successivamente previsti) e senza la conseguente assegnazione del Presidente di sezione giunto solo successivamente.
Non si tenne conto del carico di lavoro nel settore civile già gravante sulle tre ex sezioni distaccate del Tribunale di Roma (Tivoli, Palestrina e Castelnuovo di Porto) ammontante a 4.035 cause civili e 2.416 cause penali che, secondo l’articolo 10 del Decreto Legislativo 3.12.99 n. 491, sarebbero passati al neonato Tribunale di Tivoli e che da soli esigevano un numero di giudici ben più elevato.
Non si tenne conto neppure del fatto che il Tribunale comprendesse ben 75 comuni, con una popolazione stimata all’epoca di oltre 230.000 abitanti (ora superiore ai 500.000!) .
Torna utile al riguardo ricordare che il Tribunale di Roma, con una popolazione stimata alla stessa epoca di poco meno di 2.500.000 abitanti, vantava una pianta organica di 379 magistrati con una evidente sproporzione numerica in danno del Tribunale di Tivoli (a Roma un giudice ogni 6.587,6 abitanti, a Tivoli un giudice ogni 23.000 abitanti).
Non c’è dunque da meravigliarsi se, secondo le statistiche ufficiali del Ministero della Giustizia, dopo soli due anni dall’inizio delle attività, questo Tribunale vantava il triste e singolare primato di essere il secondo Tribunale d’Italia per carico di lavoro nel rapporto giudici-affari giudiziari.
Quanto detto è l’ulteriore conseguenza del fatto che i nuovi settori in ambito civile (lavoro, fallimentare, societario) ed in ambito penale (Ufficio GIP-GUP, penale collegiale etc.) erano destinati ad entrare rapidamente a regime, portando il carico di lavoro complessivo ad una misura non sostenibile con i giudici inizialmente previsti.
Le problematiche evidenziate per la sede centrale sono presenti, persino in maggior misura, nelle due sezioni distaccate nelle quali le disfunzioni sono difficilmente rimediabili con i mezzi a disposizione, essendo ancora più esigui sia le strutture che il personale.
Nelle sedi periferiche inoltre il contatto più stretto tra utenti del servizio ed operatori, che per molti versi costituisce il pregio delle realtà decentrate e perciò meriterebbe di essere valorizzato, amplifica le eventuali disfunzioni vanificando gli sforzi che quotidianamente si fanno per soddisfare il bisogno di tutela giuridica dei cittadini.
Sulla base di tali considerazioni, ritengo di poter ribadire quanto più volte ho avuto occasione di affermare come Capo di altri Uffici e cioè che la cosiddetta crisi della giustizia non può essere affrontata intervenendo sulle sole norme di procedura ma esige una sommatoria di interventi strutturali sugli organici e sulle risorse, poiché anche il processo più lento e macchinoso diventa efficiente se a farlo funzionare vi è un congruo numero di magistrati e dipendenti delle cancellerie e se le risorse materiali a disposizione sono adeguate all’obiettivo da raggiungere.
Nel caso del Tribunale di Tivoli, l’organico dei magistrati è chiaramente insufficiente; quello del personale è non solo insufficiente ma assoggettato a soluzioni di fortuna con il personale di altri Uffici comandato od applicato; la sede di Tivoli è da completare; la sede di Palestrina è inadeguata; le dotazioni finanziarie soffrono di una pesante penalizzazione come per tanti altri analoghi Uffici; fino a dicembre 2009 era disponibile una sola macchina di servizio che doveva provvedere alle esigenze della sede centrale, delle sezioni distaccate ed all’accompagnamento alla Casa Circondariale che, per essere quella di Rebibbia, è di difficile raggiungimento; il numero e le stesse possibilità di utilizzo dei G.O.T. presentano carenze che necessitano di essere colmate al più presto possibile.
Le carenze sommariamente descritte non sono tali, tuttavia, da far passare in secondo piano le non poche benemerenze che questo Tribunale ha saputo conquistarsi nel corso degli anni, come testimoniato dai non pochi apprezzamenti che ciclicamente pervengono a questa Presidenza, soprattutto da Avvocati di altri Fori che sono nella condizione di operare un ideale raffronto con le realtà di provenienza.
Su queste basi occorre che tutti (Magistrati e personale) poggino una serena riflessione per trarre, da quanto finora realizzato, nuove stimolanti energie da finalizzare agli ulteriori traguardi.
E’ UN MESSAGGIO CHE BEN VOLENTIERI SOTTOPONGO A TUTTI GLI ATTUALI PROTAGONISTI, CON UN OCCHIO ATTENTO A QUANTI HANNO LASCIATO NEL CORSO DEL DECENNIO PER I PIU’ SVARIATI MOTIVI.

Il Presidente del Tribunale
Dott. Bruno Ferraro